settembre 2020
Fine settembre 2020, una pandemia in corso e il sogno infranto di un viaggio verso Est (Balcani, Grecia, Turchia, Georgia…) non ci hanno fermati. Non ci si può muovere dall’Italia? Beh, il mondo è grandissimo e tutto da scoprire, ma sapevamo che anche la nostra meravigliosa penisola ci avrebbe lasciato a bocca aperta, da nord a sud, da est a ovest. Io e la mia compagna di avventura siamo partiti da Udine e lì siamo tornati dopo 8000 km e 51 giorni di viaggio in van, senza comodità, ma decisamente con tutto quello che ci serviva per essere felici: del tempo da poter dedicare a noi e alle nostre passioni.
Abbiamo attraversato 18 regioni italiane (tralasciando solo Piemonte e Valle d’Aosta!), fermandoci diversi giorni sia in Sardegna che in Sicilia, ma anche nella zona di Palinuro, nel Cilento, dove a fine ottobre ancora si poteva fare il bagno in mare! E’ stato bellissimo vedere i paesaggi cambiare, e insieme anche gli accenti, le persone, il loro modo di interfacciarsi con noi. Le tappe non erano programmate, abbiamo lasciato fosse l’ispirazione a muoverci (insieme alle previsioni meteo!!!) e ogni giorno era un giorno da scrivere, inventandoci qualcosa di speciale da fare, in base a dove eravamo, riposando ogni tanto.
Abbiamo arrampicato pareti molto diverse, dal granito della stupenda Val di Mello (sopra Sondrio) al calcare di San Vito lo Capo (in provincia di Trapani), passando per l’arenaria di Bismantova. E poi le falesie sulla spiaggia comodissime, che dopo ogni tiro c’era un tuffo. E le vie di arrampicata, dove ci siamo pure fatti nuovi amici. Io ho volato con e senza la tuta aprendo nuovi exit, insieme però abbiamo spiccato il volo con il parapendio ammirando Taormina dall’alto. Abbiamo esplorato la costa sarda con la nostra canoa, camminato fino in cima ai crateri dell’Etna e tirato highline nei luoghi più disparati, dal trentino ai monti sardi.
La sera, spesso quando era già buio, trovavamo lo spot perfetto per dormire e la mattina ci svegliavamo con la curiosità di vedere dove fossimo finiti, cosa ci fosse intorno. 50 spot differenti, alcuni non li scorderemo mai, così come certi tramonti.
Elisa adora cucinare, è riuscita a fare di tutto dentro il furgone, dalla torta agli gnocchi, tutto ovviamente hand made, cercando di usare i prodotti locali per assaggiare un po’ di tutto (menzione speciale al panino con le polpette d’asino mangiato a Letojanni e ai formaggi acquistati dai pastori nel parco del Pollino e alle bombette di Martinafranca) e a volte anche raccogliendo erbe e funghi dal bosco. Io adoro mangiare e la mattina era stupendo poter fare la colazione direttamente a letto, come un re.
Abbiamo respirato pace, siamo stati lontani dai centri abitati e i pochi che abbiamo visitato ci sono piaciuti molto, perchè svuotati dalle masse di turisti e bellissimi così, senza fronzoli. Anche se poche, le persone che abbiamo incontrato, vecchie e nuove conoscenze, sono state tutte una sorpresa. Quando si è in viaggio si è naturalmente aperti al prossimo e ogni incontro è una benedizione.
Tanti al nostro rientro ci hanno chiesto quale fosse stato il posto più bello visitato… ogni giorno ci ha donato qualcosa di diverso e in questo breve articolo non era possibile raccontare tutto (per quello però Elisa ha tenuto un prezioso diario di viaggio), ma siamo concordi nel dire che il luogo che ci ha regalato infinita serenità e meraviglia è stata la piana del Pollino (in Calabria), nel silenzio dei suoi pini Loricati millenari e dei suoi cavalli selvaggi. Un incanto.
Ripartiremo presto.