“Lo stile di Marco che trovo infilato nel testo, è lo stesso del suo arrampicare: deciso, veloce, sicuro, chiaro e senza tentennamenti. A volte si ha l’impressione che getti la parola in alto come lancia la mano sull’appiglio: o su o giù.
Un bravo ragazzo, Marco Milanese, e guarda lontano. Nel suo andare, usa prima il sentimento, poi la tecnica. Il grande poeta Leopoldo Lugones, molto citato da Borges, soleva dire: «Io che sono montanaro conosco il valore della pietra per l’anima». Vale anche per lui. E per me.”
(Mauro Corona, prefazione a “Volare le montagne”)
Volare. Il sogno di tutti. Ora un sogno possibile, indossando una tuta alare. Chi lo fa è giudicato un pazzo. I social mostrano i video, la cronaca narra dei record e degli incidenti fatali.
Non è così, non c’è solo questo. Volare è una scelta di chi crede nelle straordinarie potenzialità del corpo di portarci oltre, al di là, dove nessuno credeva possibile arrivare.
Ho scritto questo libro per dimostrare che il volo non è tabù, né sfida all’impossibile, bensì conoscenza, consapevolezza, scelta di vita. Certo, non è da tutti. Ma non è nemmeno follia.
Qui racconto cosa mi ha spinto a volare con la tuta alare, come ho cominciato con l’alpinismo, chi sono stati i miei maestri, perché lo faccio e soprattutto come, dove mi esercito, come mi esprimo. I miei exit point, i miei lanci.
Le mie avventure si intrecciano con l’esperienza di lavoro in rifugio per molti anni, di giardiniere, di guida alpina, sempre alla ricerca di una linea ideale, di un valore assoluto che guida ogni mia scelta. Perché volare non è una sfida all’estremo: è comunione con la natura, è vivere un elemento.
Ho camminato su corde tese fra vette e perfino fra due mongolfiere. Ho scalato pareti senza corde e sono sceso con il paracadute dalle cime. Ho cercato la bellezza senza mezzi artificiali, mi sono fatto roccia e mi sono fatto aria. Ho volato le montagne. Questo libro parla anche di libertà, ma non quella che ci viene data o tolta da un entità superiore, ma quella che ognuno di noi deve trovare dentro se stesso. Perché alla fine, la vera libertà è poter essere noi stessi.
«Vivi, ama, dona, canta, balla, corri fino a finire il fiato, oppure siediti e ascolta il tuo respiro, contempla ciò che hai davanti e ringrazia, ma agisci, senza essere succube di nessuno. Io non mi accontento. Ho fame, sempre. Percorro la vita sospeso su un filo teso sopra un abisso, oscillando con passo deciso e mente ferma, godendo della bellezza di questa linea che si chiama vita.»
(dal capitolo finale di “Volare le montagne”)
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“The book brings out Marco’s style, with the same features of his climbing: determined, fast, safe, clear, with no hesitation. Sometimes he gives the impression to throw his words out, just like he throws his hand on the hold: either up or down. Marco Milanese is a good guy, looking far away. As he goes on, he first cares about feelings; techniques come after. The great poet Leopoldo Lugones, quoted by Borges many times, used to say: “As a mountaineer, I know the value of stone for the soul”. It is true for him too. And for me.”
From the preface by Mauro Corona
“Live, love, give, sing, dance, run until you take your breath away, or sit and listen to your breath, contemplate what is in front of you and express your gratitude, but act, being dominated by anyone. It’s never enough for me. I’m hungry, all the time. I walk through life suspended on a thread stretched over an abyss, swinging with firm steps and a steady mind, enjoying the beauty of this line called life.
Flying. That’s everyone’s dream. Now it’s an achievable dream if you wear a wingsuit. For someone, it may seem kind of crazy. The social networks show the videos, the chronicle report records and fatal accidents. It’s not like this, it’s not even that. Flying is a choice of those who have faith in the extraordinary potential of our body to take us beyond, to the place that no one believes it’s possible to reach.”Marco Milanese wrote this book to demonstrate that flying is not a taboo, neither a challenge to reach the impossible, but rather a knowledge, an awareness, a life choice. Of course, it’s not for everyone. But it’s not even crazy.
He talks about what motivated him to fly with the wingsuit, how he started, who were his teachers, why he does it and especially how he does it, where he practices and expresses himself. His exit points, his launches. His adventures are intertwined with the time spent operating in a mountain hut, as well as working as a gardener and a mountain guide, always be looking for an ideal line, like an absolute value that guides every choice. Flying is not an extreme challenge: it is like being in communion with nature. He began by walking on ropes stretched between the peaks and even between two hot air balloons. He climbed walls without ropes and parachuted down the peaks. He sought natural beauty and became rock and air. He “flew the mountains”.
This book is the story of a young man, with eyes turned to the sky and feet firmly grounded on earth.